Insegnamento

Storia dell'arte moderna

Docente
Prof. Nicolucci Roberto

Settore scientifico Disciplinare

L-ART/02

CFU

6

Descrizione dell'insegnamento

Dal fiorentino Masaccio scomparso giovanissimo nel 1428 al grande pittore francese Jacques Louis David con il cui ‘Giuramento degli Orazi’, anno 1784, oggi al Museo del Louvre a Parigi, si suole tracciare il confine, d’altronde puramente scolastico, tra mondo moderno e mondo contemporaneo. Su un manuale liceale o universitario di impianto tradizionale, si direbbe che spaziamo tra le categorie di Rinascimento e Neoclassicismo, passando per il Manierismo, il Barocco e il Rococò settecentesco. Ebbene: si tratta di un falso movimento.  Per troppi decenni una periodizzazione schematica ha finito per imbrigliare, fino a congelare, la varietà dei segni e degli stili del moderno.  La Storia dell’Arte è un racconto dinamico, ricco di sorprese e di incontri inaspettati. Dal canto nostro preferiamo accantonare certe etichette troppo rigide e tali da non rispecchiare né, tantomeno, restituire l’articolazione di un determinato periodo storico che, nella realtà, come il nostro presente, funziona come uno spartito di voci sovrapposte che si incrociano e, talvolta, interferiscono scontrandosi. Diremmo, allora, piuttosto e semplicemente: che proveremo a muoverci dal primo ‘400 alla fine del ‘700.
Come sempre, quando si parla di storia dell’arte, il discorso è propedeutico a un’esperienza dal vivo, dinanzi agli originali: a questo scopo, il docente ha preparato un tesoretto di sopralluoghi virtuali girati in alta definizione dinanzi a monumenti o all’interno di contesti di spiccato valore significativo.

Obiettivi formativi (espressi come risultati di apprendimento attesi)

Al termine di questo corso lo studente sarà in grado di.

1.     Conoscenza e comprensione
Conoscenza della Storia dell’arte dal primo ‘400 alla fine del ‘700.

 2.     Capacità di applicare conoscenze e comprensione
Acquisizione di conoscenze storico-artistiche nei settori delle arti figurative per consentire la più adeguata valorizzazione, fruizione e comunicazione del patrimonio culturale italiano.

3.     Competenze trasversali
Abilità comunicative; Autonomia di giudizio.

Prerequisiti

Non sono richiesti requisiti specifici

Contenuti dell'insegnamento

Il corso si articola lungo un arco cronologico di quattro secoli. Quattro conversazioni introduttive, utili ad assodare un impianto metodologico di massima, fungeranno da premessa a undici medaglioni monografici.

Di seguito l’elenco delle quattro conversazioni di premessa (con tutte le altre lezioni monografiche):

1)     Ma la Storia dell’arte esiste?
Sembra ancora lecito o possibile immaginare una storia dell’arte nell’era digitale quando, sommersi da un flusso ininterrotto di immagini, siamo avvezzi a tutto guardare senza nulla vedere? I contemporanei di due pittori toscani del Due e Trecento come Giotto o Simone Martini s’imbattevano, nel corso della propria esistenza, si e no, in un pugno di immagini, tra le chiese e le edicole votive. Per loro un’immagine era sempre una sorpresa e una fucina di effetti speciali. Tutto era nuovo.
Ma anche i nostri nonni o genitori, cresciuti con la fotografia analogica, tra i rullini e le polaroid, avevano a disposizione un numero di immagini infinitamente minore rispetto al nostro. Al loro confronto, noi siamo avvantaggiati: questo tutti lo vedono. Ma è davvero così?
Che cosa abbiamo perduto? La capacità di concentrarci su una singola immagine ferma (o musicalmente su un singolo brano). La storia dell’arte pretende, a monte, un apprezzamento lento e ripetuto. Vedere e tornare a vedere le cose: questo il nostro motto. Leggere e rileggere, sentire e riascoltare. Solo così riusciremo a frequentare di nuovo quelle autentiche palestre della sensibilità e dell’intelligenza, oltre che depositi della nostra storia civile, che sono i musei. Insieme ai musei, dovremo ragionare su quell’autentico fenomeno, anche economico, della storia recente, anche italiana, costituito dalle mostre. Anzi: il rapporto tra le mostre e musei appare argomento talmente delicato e nevralgico che ad esso occorrerà dedicare un’attenzione particolare.

2)     M come mostra M come museo. Due istituti complementari oggi percepiti, perlopiù, come alternativi. Il pubblico generalista (un tempo definito di massa) si mette in fila per le mostre di Caravaggio. Ma, intanto, i musei che conservano le opere del maestro sono deserti o assai meno frequentati. Insomma: la gente va alle mostre e diserta i musei. Come mai? Proveremo a studiare le storture di questo fenomeno prendendo in considerazione una vasta gamma di mostre (e di musei) nel corso del secolo scorso e anche in questo primo ventennio del nuovo millennio

3)     La Storia dell’arte: quali sbocchi sul mercato del lavoro. Sembra chiaro come, in stagioni di ripresa post – pandemica dovremo tutti rimetterci a ragionare seriamente sulla questione del rilancio e della promozione dei beni culturali in Italia. Gli sbocchi sembrano molteplici e differenziati. Tra questi, per dirne uno, la figura del registrar museale: una figura che, affiancando lo storico dell’arte in senso stretto, si occupi di allestire le sale di un museo o seguire tutta la macchina, straordinariamente complessa, dell’organizzazione di una mostra.

4)     Quarta e ultima lezione introduttiva: Storia e geografia dell’arte. Basta dare un’occhiata alle biografie di Giotto, di Antonello o di Caravaggio; per non parlare di Luca Giordano, per capire che la storia dell’arte è anche e soprattutto vicenda di spostamenti di artisti. I maestri hanno viaggiato sempre molto più di quanto pensino gli storici d’arte. Al punto che, in una bibliografia anche striminzita, ai libri di storia dell’arte in senso stretto occorrerebbe aggiungere un atlante; o delle cartine fisiche e politiche. Per dire: Luca Giordano, pittore napoletano morto nel 1705, nasce a Napoli, lavora a Firenze e a Venezia, trasferendosi a Madrid e a Toledo. Caravaggio nasce in Lombardia maturando a Roma, e finendo fuggiasco tra Napoli, Malta e la Sicilia. Antonello da Messina è naturalmente meridionale; ma si forma a Napoli affermandosi come grande maestro a Venezia. Quanto a Raffaello, figlio d’arte nato a Urbino, cresce tra le Marche e l’Umbria, diventando tra Firenze e Roma il pittore cruciale dell’Europa moderna. Insomma: da qualunque parte la si prenda, la storia dell’arte è soprattutto geografia dell’arte. 

Undici lezioni monografiche (ogni medaglione è accompagnato da un elenco di artisti di prima lista, verso cui è consigliabile un primissimo accostamento).

1)     Il primo ‘4oo, di solito, lo si ambienta nella Firenze comunale di Brunelleschi, Ghiberti, Donatello e Masaccio; per finire con Leon Battista Alberti. Scultori, architetti, pittori e trattatisti. In una parola: l’Umanesimo. Ma, con buona pace dei manuali, fu un’esperienza cruciale ma limitata alle mura della città. In realtà ci muoviamo - da Firenze a Napoli, da Genova a Palermo – lungo un secolo a frontiere aperte. Politicamente l’Italia non esiste ancora (e ci vorranno ancora quattro secoli e passa). Ma gli artisti si muovono e mescolano le parlate e gli stili. Il cosiddetto tardo – gotico ruba la scena all’Umanesimo ed è l’ultimo linguaggio veramente internazionale prima del liberty di fine ‘800. Il più famoso pittore della prima metà del secolo non è Masaccio ma Gentile da Fabriano: e noi proveremo, di nuovo, a confrontarli.

2)     La seconda metà del secolo. I grandi centri della cultura prospettica sono unificati, idealmente, dal genio di Piero della Francesca. A Venezia si ha un passaggio del testimone tra Antonello da Messina (un siciliano) e Giovanni Bellini, il più grande maestro lagunare del ‘4oo.

3)     Leonardo. Michelangelo. Giorgione. Raffaello. Due toscani, un veneziano e un marchigiano. Come a dire che le grandi novità figurative si spendono tra la Toscana, l’Italia centro – settentrionale e il Veneto. Comincia quello che un importante artista e scrittore del ‘5oo, Giorgio Vasari, definisce maniera moderna: un modo di dipingere o scolpire che ha accompagnato la nostra sensibilità fin sotto alle soglie del secolo scorso. Picasso e prima ancora Cézanne proveranno, senza successo, a farcela dimenticare.

4)     Il genio di Tiziano (1491 – 1576). La potenza e la portata, oltreché la durata del lavoro di Tiziano sono tali da aver improntato un intero secolo. Si può parlare, e si è infatti parlato, del ‘5oo veneto come del secolo di Tiziano. Ma proveremo a vedere come la lezione di questo maestro non abbia mancato di riverberarsi su autentici geni visionari del tardo barocco come Luca Giordano o lo stesso Goya. I capolavori di Tiziano sono numerosi. Ma noi ci concentreremo sulla “Danae” di Capodimonte, un quadro privato, destinato a non essere visto se non dal committente e da pochi intimi e su cui si riapre l’eterno tema della rappresentazione del nudo femminile nella storia dell’arte.

5)     Roma è la capitale del ‘5oo. Ogni città, per convenzione, finisce per essere la capitale di un secolo. Parigi è la capitale del diciannovesimo secolo. New York è la capitale del ‘900. Ma non vi è dubbio che, per quanto riguarda il ‘5oo, la vera capitale sia Roma. Da quel centro impressionante di genio creativo costituito dai complessi vaticani – dalla Cappella Sistina agli appartamenti papali – si irradia un gusto che tocca, improntando nel bene e nel male, tutta l’Europa cinquecentesca.

6)     Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino e Domenico Beccafumi. Lo sperimentalismo anticlassico: prime crepe serie nell’edificio perfetto del Rinascimento.   

7)     Valori e limiti della definizione di manierismo nel corso del ‘5oo.

8)     Caravaggio artista maledetto e la nascita del mito caravaggesco nel corso del ‘9oo. La via alternativa e perdente al Caravaggio: Annibale Carracci.

9)     L’artista e l’uomo barocco. Da Roma a Napoli alle grandi corti europee.

10)   ‘7oo come secolo della civiltà della conversazione e dello stile galante. Il Barocco viene improvvisamente alleggerito. La pittura diviene decorazione, sottofondo visivo e, nei casi migliori, suggerimento per allestimenti teatrali. Alcuni dei capolavori del secolo – dalla decorazione del palazzo tedesco di Wurzburg del Tiepolo agli affreschi di Francesco De Mura alla Nunziatella – sembrano già dei palcoscenici o, meglio, fondali perfetti in attesa degli attori vivi.

11)   Il revival dell’Antico. Tornano di moda i greci e i romani. In realtà il rapporto con il mondo classico attraversa, come un filo elettrico, tutti i secoli di cui ci siamo occupati. Persino Caravaggio ha guardato con interesse alle statue antiche. Ma soltanto ora quel rapporto si traduce nei termini di un ripescaggio filologico e un poco freddo. Come nel caso del neorealismo o del neogotico, anche le due sillabe preposte alla parola classicismo hanno un doppio significato: neo come nuovo e neo come richiamo, studiato a tavolino, di un’esperienza ormai lontana e irripetibile. L’Antico settecentesco è diverso dall’antico vero: è un gioco e un esercizio di stile. Quanto durerà?

Attività didattiche

Didattica Erogativa
L'insegnamento prevede, per ciascun CFU, 5 ore di Didattica Erogativa, costituite da 2,5 videolezioni (tenendo conto delle necessità di riascolto da parte dello studente). Ciascuna videolezione esplicita i propri obiettivi e argomenti, ed è corredata da materiale testuale in pdf.

Didattica Interattiva
L'insegnamento segue quanto previsto dalle Linee Guida di Ateneo sulla Didattica Interattiva e l'interazione didattica, e propone, per ciascun CFU, 1 ora di Didattica Interattiva dedicata alle seguenti attività: lettura area FAQ, partecipazione ad e-tivity strutturata costituita da attività finalizzate alla restituzione di un feedback formativo e interazioni sincrone dedicate a tale restituzione.

Criteri di valutazione

Tutte le prove di verifica e autoverifica intermedie previste dai Corsi ed erogate in modalità distance learning sono da considerarsi altamente consigliate e utili ai fini della preparazione e dello studio individuali. Le prove di verifica e autoverifica intermedie non sono obbligatorie ai fini del sostenimento della prova d´esame, la quale deve essere svolta in presenza dello studente davanti ad apposita Commissione ai sensi dell´art. 11 c.7 lett.e) del DM 270/2004.

Modalità di verifica dell'apprendimento

La prova scritta consiste in tre domande aperte. Le domande aperte riguardano gli argomenti specificati contenuti nel programma modulare del Corso, come nel libro di testo obbligatorio. Allo studente verrà richiesto di motivare in modo adeguato le risposte. È indispensabile, inoltre, rispondere in modo puntuale alla domanda posta, circoscrivendo gli argomenti richiesti. Sarà inoltre valutata la corretta trascrizione degli argomenti dal punto di vista lessicale e logico-argomentativo. Inoltre, si comunica che in sede di valutazione della prova saranno considerate solo le fonti concordate con il docente. La prova ha una durata massima di 90 minuti.

La prova orale consiste in una discussione relativa agli argomenti trattati nel programma del Corso e nel libro di testo obbligatorio (lo studio del manuale a scelta tra i due proposti), al fine di verificarne la corretta comprensione. Verranno valutate, inoltre, le capacità logiche, espositive ed argomentative di ogni studente esaminato. La prova orale ha una durata media di 20 minuti.

Libri di testo

Oltre alle lezioni realizzate dal Docente ed ai materiali didattici pubblicati in piattaforma, è obbligatorio lo studio del seguente testo:

  • Roberto Nicolucci, Un occhio di riguardo. Racconti di arte moderna 1401 – 1784, Roberto Nicolucci Editore, Napoli 2022.

Ricevimento studenti

Previo appuntamento r.nicolucci@unimarconi.it